da non cambiare

Anche se questo è l’anno di changingk, ci sono cose che non voglio cambiare. Che non vorrei cambiassero mai.

cibo per l'anima

Ieri sera per festeggiare il compleanno di mio padre, ci siamo riuniti tutti intorno al grande tavolo dei pranzi natalizi. C’erano anche due delle quattro M (le con-suocere della famiglia hanno tutte il nome che inizia con la lettera emme).

Mi madre in cucina si da’ da fare con chili di pasta per pizza, accaldata e per niente affamata, mentre gli altri chiacchierano con la tv in sottofondo. Le bambine ridono e si stufano presto di mangiare: vogliono giocare a nascondino.

Mio padre è il re sul trono, a capotavola, con la sua discendenza che lo festeggia. Io mangio e aiuto un po’, dividendo alcuni compiti con mio nipote, per toglierli a mia madre. Vorrei si sedesse a godersi la sua famiglia, invece il suo modo di prendersi cura di noi è prepararci del cibo, un sacco di buon cibo. Sfamarci. Di cibo e di affetto.

Ecco, questo vorrei non cambiasse mai.

to do 2012

casa dei sogniSecondo i Maya, questo è l’ANNO della fine, anche se non tutti sono d’accordo (http://www.focus.it/21-dicembre-2012-fine-del-mondo-verita-o-bufala-apocalisse-o-fesseria-9887-23273-23472_C12.aspx). Ecco quindi un buon motivo per cambiare le cose ora. O mai più 😉

Tra le cose da cambiare, posso già spuntare parte della lista:

  • colore di capelli FATTO
  • taglio di capelli  FATTO

entambi merito di Jamal (http://www.antonyejamal.com/). Ne vale la pena!

  • trucco (la BB di Garnier mi ha convertito: anche una pigra come me può farcela a spalmare un prodotto come le offerte speciali, 12 in 1) FATTO

nel senso che metto questa crema idratante colorata. E basta.

Rischio di sembrare superficiale, ma sono partita dalle cose più facili, che con qualche decina di euro e un po’ di pazienza sono alla portata di tutti. Per passare poi a quelle più difficili.

La mia top list dell’anno include anche

  • l’avvio della libera professione
  • e il cambio di casa.

Si dice che il trasloco sia uno dei momenti di maggior stress nella vita di un individuo medio, assieme a lutti e divorzi. Sperando di saltare gli altri due, mi concederò il primo.

E qui, la mia grande cultura televisiva, mi aiuta: dopo anni di Vendo Casa, Cerco Casa, Flip that house, Azzardi immobiliari, Grandi progetti, finalmente TOCCA A NOI.

Ah! Non fatevi un’idea sbagliata: la tv è una compagna discreta, che non richiede la mia attenzione. Sta solo accesa mentre leggo, studio, navigo. E io sono una donna multiskill, quindi…

Quanti sassi hai?

Di recente ho riletto una storiella, che anche io ho usato spesso nei corsi di comunicazione.

sassi nell'agenda

Come tutte le storielle, il passaparola ha modificato anche questa, ma il succo, anzi il tè, rimane lo stesso, in tutte le versioni.

Un professore di filosofia, davanti alla sua classe di studenti, prende un vaso di vetro vuoto e lo riempie con dei sassi. Chiede agli studenti se il vaso sia pieno e gli studenti confermano che lo è. Allora il professore prende un sacchetto con dei sassi più

 

piccoli e li riversa dentro al vaso. A questo punto chiede ancora ai suoi studenti se il vaso sia pieno. Gli studenti annuiscono. Il prof. mostra loro un sacchetto di sabbia e lo vuota nel vaso, scuotendolo un po’. La sabbia si infila negli spazi lasciati vuoti dai sassi grandi e da quelli piccoli.

Il prof. invita gli studenti a considerare la loro vita come quel vaso di vetro: i sassi più grandi sono le cose più importanti della nostra vita, la famiglia, gli amici; anche se nella nostra vita non ci fosse altro, sarebbe comunque piena. I sassolini sono altre cose che contano, lavoro, casa… La sabbia rappresenta invece le cose più piccole, meno importanti. Se noi riempissimo la nostra vita di sabbia, non ci sarebbe più spazio per i sassi.

Morale: è importante stabilire le giuste priorità, per trovare tempo ed energia da dedicare alle cose che più contano per noi.

Alla fine della lezione, il prof. versa una tazza di tè nel vaso: il liquido si infiltra tra i sassi, i sassolini e la sabbia, riempendo davvero il vaso.

Morale 2: c’è sempre spazio per un tè con gli amici.

Avendo una famiglia che, più che un sasso, sembra una montagna rocciosa, ora riempio l’agenda di sassolini…

 

Primo giorno

E’ come il mio primo giorno a scuola. Prima elementare dalle suore.

Mia madre ha tirato fuori la santa pazienza che non sempre aveva, per convincermi che tutto sarebbe andato bene: avrei potuto andare in bagno, se ne avessi avuto bisogno; avrei potuto mangiare la merendina a ricreazione, se avessi avuto fame; la maestra mi avrebbe spiegato, se non avessi capito qualcosa; avrei trovato delle amiche, non avrei sbagliato strada al ritorno…la mamma mi avrebbe aspettato a casa.

Diciamo che mi piace avere le cose sotto controllo e che le situazioni nuove mi mettevano (mettono?) a disagio.

Questo è quindi come il mio primo giorno di scuola. Ma non c’è la mamma a tranquillizzarmi e spingermi via dolcemente, con fermezza.

Ho ricevuto così tanti stimoli, che se fossi più superstiziosa chiamerei segni, che non potevo aspettare oltre. Se un obiettivo rimane nella nostra testa e non diventa mai promessa formale, anche solo a noi stessi, è facile trovare delle scuse per non portarlo a termine. Quindi lo rendo pubblico, il mio obiettivo, solo in parte, però 😉

1) Voglio riprendere a scrivere spesso, perché scrivere su commissione è diverso. Stimolante, interessante, a volte faticoso e difficile, ma non è come quando ti lasci andare in un flusso di pensieri e ti lasci travolgere dalla creatività.

2) Voglio scommettere su me stessa un po’ di più. E se questo non lo leggerà nessuno, potrei anche confessare che vorrei scommettere con un po’ più di fiducia, senza tenere da parte metà della posta per l’avversario.

Si accettano suggerimenti e, intanto, si raccolgono altri segnali….

Hello world!

Pronti, attenti…(suspence) VIA!

Anche stasera, dopo aver visionato mille temi e curiosato in decine di blog, stavo per chiudere la pagina di registrazione wordpress, dicendomi ‘ok, lo farò un’altra volta, dopo aver letto con più attenzione termini e condizioni. Devo prima trovare un nome giusto. Devo pensare a una strategia, a cosa scrivere, a chi mi legge (CHI?)…’

Poi però ho controllato: il nome si può cambiare in un secondo momento. Si può sempre chiudere. All’inizio (e forse anche dopo), nessuno lo vedrà.

Chessaramai? Mi registro.

Ecco. Questo è il punto di partenza. Per CambiareVita e non solo ripromettermelo. E forse il momento di non inviare più CurriculaVitae e prendere in mano le redini della mia vita professionale. O forse è solo un blog. E gli sto dando troppa importanza.

Vedremo: domani è un altro giorno. Sono curiosa di vedere dove mi porterà 🙂