Pensavo al tempo. Nessuna nostalgia: la coscienza di un istante che va e di qualcosa che ritorna, per esempio i fiori sul mandorlo del vicino, le giostre in piazza…
La mia nipotina ha compiuto 11 anni: i bambini sono una buona misura del tempo che passa. E di solito te ne accorgi che non sono più bambini, ma adolescenti, ragazzi, adulti e ti guardano dritto negli occhi.
Ma ci sono altri segni del tempo e quelli sì! mi spingono alla nostalgia, dolore di un non ritorno, misura delle cose che non posso più fare. O che viceversa posso.
Andare sui giochi gommosi! A dirla tutta, non ci sono mai andata. C’è un limite di età, che ho superato da un po’. E indietro non si torna.
Mi viene il sospetto di non poter neanche salire sullo scivolo dei giardinetti: limite di dimensioni, diciamo. Anche se su questo, preferisco rimanere nel dubbio.
Ma c’è qualcosa che posso fare, beneficio dell’età?
Mi posso permettere un confidenziale, non irrispettoso, ‘tu’, a persone a cui un tempo davo del lei: gli adulti, perché sono una di loro, i giovani perché potrei essere una di loro.
Ma, quando arriva il tempo in cui si potrebbe, è passato quello in cui si può.
Saggia Marie!